Tre ore e mezza di volo da Bergamo e atterriamo a Puerto del Rosario, isola di Fuerteventura. Ci accoglie un aeroporto piccolo e moderno, con la pista d'atterraggio che finisce sull'oceano inondato di sole. Un piccolo andirivieni di turisti e surfer con le tavole ben impacchettate sottobraccio. Appena mettiamo il naso fuori, il vento che soffia ci ricorda che siamo sull'Atlantico, su una piccola isola delle Canarie a non so quanti chilometri dalla costa ovest del Marocco. In 40 minuti arriviamo a Corralejo, piccola cittadina turistica sulla punta nord di Fuerteventura. Nel tragitto un paesaggio brullo e selvaggio, dune di sabbia, piccoli arbusti, cactus e spiagge chilometriche che ci facevano roteare la testa di qua e di là per goderci ogni minimo particolare. Casette piccole e squadrate sparse a manciate in mezzo a una natura rocciosa e riarsa. Ovunque le tracce dell'antica origine vulcanica dell'isola, con le scogliere dalle rocce nere e le piccole colline rosse marroni erose dagli elementi. Corralejo è un'altra cosa, cittadina cresciuta in fretta per far fronte al boom turistico, con gli scheletri di alcune costruzioni abbandonate a metà, causa crisi economica o chissà cos'altro. Ottimo punto d'appoggio per l'esplorazione dell'isola, comunque. Tutt'intorno c'è il parco naturale delle Dunas e alcune tra le spiagge più belle che abbia mia visto. L'isola è famosa per la pratica del surf e ovviamente noi, io e il mio ragazzo Matteo, non potevamo che adeguarci. Per sei giorni abbiamo fatto un corso di surf, quasi cinque ore al giorno, e devo dire che è stato fisicamente devastante. Faticoso ma bellissimo, mi sono innamorata di questo sport che dà una forma fisica smagliante, un'abbronzatura che manco in California e una soddisfazione immensa quando riesci a stare in piedi sulla tavola. E' una lotta tra te stesso e le onde, che ti spingono, ti schiaffeggiano, ti sommergono ma alla fine hai tu la meglio e quando sei in sella alla tua tavola ti senti la persona più libera al mondo. Senza contare le persone fantastiche che ho conosciuto, le spiagge che abbiamo esplorato e i viaggi sulla Land Rover gialla che barcollava di qua e di là. Era la mia prima volta alle Canarie e non poteva andare meglio. Non è un addio ma un arrivederci a presto, Fuerteventura. Voglio rivedere i tuoi surfisti abbronzati, le tue grandi onde, il tuo oceano verde e azzurro e respirare di nuovo l'aria di felicità e rilassatezza delle tue strade che sembrano quelle del deserto americano.
Three and a half hour flight from Bergamo and we land in Puerto del Rosario, Island of Fuerteventura. We are welcomed by a small and modern airport with the runaway that ends on the ocean flooded with sunlight. As mall comings and goings of tourist and surfers with their boards. Just put our nose outside, he wind reminds us that we are in the Atlantic, on a small island in the Canaries don't know how many miles from the west coast of Morocco. In 40 minutes we arrive in Corralejo, a small town on the northern top of Fuerteventura. On the way a barren and wild landscape, sand dunes, endless beaches and small shrubs and cactus that made us rotate the head from side to side to enjoy every detail. Squared and little houses scattered handfuls in the middle of a rocky and parched nature. Everywhre the traces of the ancient volcanic past of the island, with reefs by black rocks and small red and brown hills eroded by the elements. Corralejo is an other thing, the town has grown quickly to cope with the boom of tourism. with the skeleton of some abandoned buildings in the middle of the construction, due to the economic crisis or whatever. Corralejo is an excellent base for exploring the island, however. All around the town there is the Natural Park of the Dunas and some of the most beautiful beaches I've ever seen. The island is famous for surfing, so me and my boyfriend Matteo have had to adapt! For six days we didd surf lessons, almost five hours a day, an experience I have to say it was physically devastating. Toring but beautiful, I fell in love with this sport the gives a dazzling physical form, a tan that you can't get even in California and immense satisfaction when you stand on the board. It's a struggle between yourself and the waves that push you, slap you, overwhelm you but finally you have the best and when you riding your board you feel the freest person in the world. Not to mention the great people we have met. It was my first time in the Canary Islands and couldn't be better. Is not a goodbye but a see you soon, Fuerteventura. I wanna see again your tanned surfers, your big waves, your turquoise and green ocean and breath again the fabulous happiness and the peace of your streets.
surf? è sempre stata una cosa nella mia to do list...ce la farò? Sperèm ;)
RispondiEliminabaci!
Ce la puoi fare di certo!!!! Provalo, te lo consiglio, è uno sport fantastico e molto divertente!!!
EliminaBaci
Woooow che bello!!! :))))
RispondiEliminaTu sempre bellissima!!
Greta
NEW POST!
http://www.ilfilodipenelopeblog.com/
WOW! La descrizione che ci hai fatto e' cosi perfetta che me lo sono immaginato il paesaggio!
RispondiEliminaAnche io ho fatto un corso di surf l'anno scorso a Bali con Ripcurl: fighissimo ma devastante!!
Un bacione
L3
http://lisalatroisieme.blogspot.com
ti ringrazio cara, ovviamente pure io! un bacio e buona domenica!
RispondiEliminasto guardando le tue foto con il diluvio alle mie spalle!
RispondiEliminache strano effetto! comunque complimenti sono favolose!
Kiss Cris